mercoledì 26 settembre 2012

Proteggersi dall'inflazione: quali titoli usare?

Perchè proteggersi dall'inflazione?

Foto di Ludo29880 che rappresenta la famosissima testuggine romana
Noi Italiani siamo un popolo che ha abbastanza chiaro il concetto di inflazione, anche a seguito dei numerosi anni durante i quali l'aumento dei prezzi al consumo ha raggiunto vette importanti.

Per chi di voi ancora avesse dei dubbi, l'inflazione è l'aumento generalizzato dei prezzi. L'inflazione viene calcolata, per l'Italia, da due diversi istituti di statistica: Istat ed Eurostat. La differenza principale sta nei panieri che i due istituti utilizzano (ovvero quali prodotti prendere in considerazione e in quali proporzioni) che porta a valori del tasso di inflazione leggermente diversi tra loro.

Seguendo il link al sito dell'Istat e cliccando su prezzi al consumo, possiamo constatare variazioni mensili nell'ordine del 2-3% rispetto all'anno precedente. Questo vuol dire che se un anno fa spendevamo 100 euro per acquistare pane, pasta, benzina, sigarette, latte, eccetera, ora spendiamo 103 euro.

Quando risparmiamo accantoniamo delle somme in previsione di spese future. E' ovvio che se il nostro rendimento non sarà tale da coprire almeno l'inflazione avremo in futuro una capacità di spesa inferiore a quella che avremmo ad oggi.

Diventa quindi fondamentale per l'investitore riuscire ad ottenere un rendimento maggiore dell'inflazione: tale rendimento prende il nome di rendimento reale positivo.

Come si comportano gli strumenti finanziari rispetto all'inflazione?

Senza approfondire troppo le spiegazioni, proviamo ad analizzare alcune macro-classi di strumenti finanziari nel loro rapporto con l'inflazione.

Le obbligazioni a tasso fisso offrono una protezione dall'inflazione limitata. Quando le acquistiamo, infatti, "blocchiamo" un certo rendimento fino alla scadenza. Se l'inflazione dovesse superare tale soglia, i nostri soldi comincerebbero a perdere valore.

Supponete di aver acquistato all'emissione un Buono del Tesoro decennale nel gennaio del 1970, al rendimento nominale del 10%. Raddoppierete il vostro investimento!
Tuttavia, la storia vi riserva un brutto scherzo.
Se, inizialmente, l'inflazione si attesta al 5,2%, con il passare degli anni arriva rapidamente a mangiarsi il vostro rendimento. Nel 1973 è già all'8,1%. Nel 1975 tocca il picco massimo di circa il 24%! Non tornerà più sotto il 10% prima della scadenza del vostro titolo.. siete ora più poveri, anche se avete raddoppiato il capitale in termini nominali!

Le cose non sarebbero cambiate particolarmente con obbligazioni a tasso variabile. Tali obbligazioni, infatti, sono legate al tasso fissato dalla Banca Centrale. Riprendendo lo stesso esempio di prima, il tasso di sconto ufficiale in Italia tra 1970 e 1980 oscillò dal 5,5% al 16,5%... rimase ben al di sotto dell'inflazione per la maggior parte degli anni presi in esame.

Se quindi non le obbligazioni tradizionali non sono lo strumento adatto, cosa possiamo usare? Le azioni possono andare bene?

In linea di massima ci si potrebbe aspettare che le azioni proteggano da eventuali fiammate inflattive. Tuttavia, se è vero che storicamente le azioni hanno avuto rendimenti reali positivi, complessivamente, è anche vero che la correlazione tra i rendimenti delle azioni e l'inflazione è prossima allo zero. Questo significa che dato un incremento o un decremento dell'inflazione, non vi è alcuna garanzia che le azioni ci proteggano dal suo aumento in un lasso di tempo medio-breve.

E le commodities?
In linea teorica le commodities (materie prime: petrolio, grano, zucchero, caffè..) dovrebbero fornire una buona protezione contro l'inflazione. Dopotutto è il loro aumento a determinare anche l'aumento dell'inflazione.
Diversi studi hanno però mostrato che la correlazione è in media (su base semestrale) di 0,4 dal 1970. In termini statistici questo significa che le due variabili tendono a muoversi insieme, ma in maniera non direttamente proporzionale (la correlazione massima è 1).

Questo perchè sul prezzo delle commodities incide fortemente anche la congiuntura economica. In questo momento stiamo vedendo un inflazione intorno al 3%, ma i prezzi delle commodities hanno avuto anche flessioni importanti nell'ultimo anno.

In sintesi: volatilità e correlazione imperfetta le rendono una protezione contro l'inflazione sub-ottimale.

Che pensare dell'investimento immobiliare?
Grande classico degli italiani, l'investimento immobiliare dovrebbe essere, sulla carta, ideale per la protezione dell'inflazione.
Su brevi periodi non si vede una correlazione significativa tra le due variabili, essendo prossima allo zero.

David Swensen, nel suo testo Unconventional Success, analizza come questa classe di investimenti sia, tra tutte quelle "tradizionali", quella che protegge in misura migliore dall'inflazione, nel lungo periodo. Sempre che al lungo periodo ci arriviamo :)

Siamo quindi senza speranza?

Vista l'analisi riportata sopra non c'è da essere ottimisti... la possibilità di coprirsi dal rischio di un'inflazione galoppante è limitata alle azioni e alle commodities (se si vuole rischiare) o agli immobili, e si tratta di coperture imperfette.

Fortunatamente, negli ultimi anni, il Tesoro (e anche alcune aziende) ci hanno fornito la possibilità di accedere a titoli correlati direttamente all'inflazione: Btp-€i (Btp indicizzati all'inflazione europea), BTP Italia (i nuovi prodotti indicizzati all'inflazione italiana), Bfpi (buoni postali indicizzati all'inflazione italiana), buoni corporate inflation-linked sono tutti strumenti che garantiscono un rendimento reale ai nostri soldi.

Si tratta davvero di una rivoluzione, cioè della certezza di riuscire sempre a battere la perdita del potere d'acquisto dei nostri risparmi, tanto più che un famoso autore americano, Zvi Bodie, arriva retoricamente a chiedersi per quale motivo qualsiasi persona sana di mente dovrebbe investire in altri prodotti tranne questi.

Per il momento ci fermiamo qui. Nella prossima serie di post analizzeremo uno ad uno i vari prodotti
disponibili, per capirne al meglio pregi e difetti.

Stay tuned!

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