Guida all'investimento: Prima parte - Quando investire e come definire gli obiettivi.

Prima puntata della guida per capire quando investire, dove investire e su cosa investire.

Guida all'investimento: La Diversificazione

In questo post analizziamo l'importanza della diversificazione per il nostro portafoglio.

Guida all'investimento: Quarta Parte - Quali strumenti utilizzare per l'Azionario?

In questo post cerchiamo di capire come orientarci tra i vari strumenti disponibili

Come si seleziona un fondo?

Scopri i criteri fondamentali per la selezione del tuo fondo attivo.

Lazy Portfolio

Semplicità e buoni rendimenti. Scoprili.

mercoledì 25 settembre 2013

Portafoglio All-Markets e rendimenti

Quick post per segnalarvi l'ultimo articolo di Mebane Faber sul suo blog, disponibile a questo indirizzo.

Il post contiene una comparazione tra vari portafoglio pigri (portafogli cioè che si basano su regole predeterminate e non richiedono conoscenze specifiche di finanza) tra cui (novità del post) un portafoglio All-market che contiene tutti gli strumenti possibili pesati secondo la loro capitalizzazione.

Per capirci... supponiamo di avere nel mercato Italiano solo azioni Italia S.p.A e BOT. I bot sono stati sottoscritti per 600 miliardi di euro, mentre le azioni Italia S.p.A valgono 400 miliardi di euro in borsa.

Se abbiamo 10.000 euro li investiremo per 6.000 nei BOT e 4.000 in Italia S.p.A.

Nello stesso post è contenuto anche un confronto con un portafoglio "lite" costituto da un mix di sole tre asset class.

Ebbene, nel periodo tra il 1973 e il 2012 un portafoglio simile ha avuto un rendimento annualizzato di oltre il 9% (oltre il 5% in più dell'inflazione). Non male per un portafoglio che non richiede alcuna conoscenza no?

Confronto BFPI-BTP Settembre-Ottobre 2013

Ritorna il confronto tra Buoni postali indicizzati all'inflazione e Btp, per determinare quale dei due strumenti sia il più conveniente per proteggersi dall'inflazione.

Orizzonte temporale: 3 anni.

Partiamo dalla scadenza di tre anni. Il confronto tra i rendimenti è al netto delle imposte e senza considerare alcuna minusvalenza. I rendimenti sono espressi in termini reali, al netto dell'inflazione.

Abbiamo ipotizzato il confronto tra la serie J39 e il BTP a 3 anni (ISIN IT0004761950) e il BTP Italia in scadenza ad Aprile 2017 (ipotizzandone la vendita a Settembre 2016 alla pari).


Inflazione BFPI BTP 3anni BTP 3anni con reinvestimento BTP Italia BTP Italia con reinvestimento
1,00% 2,95% 2,68% 3,14% 5,12% 5,46%
2,00% 2,60% (0,42%) 0,05% 4,66% 5,10%
2,50% 2,43% (1,99%) (1,52%) 4,41% 4,90%
3,00% 2,26% (3,57%) (3,11%) 4,14% 4,68%
5,00% 1,62% (10,07%) (9,61%) 2,91% 3,66%

La prima colonna mostra un valore ipotetico di inflazione (supposto costante per tutta la durata dell'investimento). La seconda colonna il rendimento reale netto complessivo dell'investimento in BFPI.  Per capire la tabella supponiamo di aver investito 10.000 euro in BFPI. Dopo 3 anni con inflazione al 5% avremo guadagnato in termini reali (ovvero al potere di acquisto di oggi) 162 euro. Il guadagno nominale sarà molto maggiore, ma servirà esclusivamente a compensare la maggiore inflazione avuta.

Ricordiamo che i rendimenti in tabella mostrano i rendimenti complessivi, non annualizzati.

La terza colonna mostra il rendimento netto complessivo di un BTP triennale senza il reinvestimento delle cedole. La quarta il rendimento netto complessivo triennale dello stesso BTP con reinvestimento delle cedole al 3% netto (ipotesi ottimistica).
Rispetto alla valutazione del mese precedente abbiamo aggiunto due colonne di confronto con il BTP Italia, bond che hanno la stessa funzione di protezione dall'inflazione dei buoni postali indicizzati all'inflazione.

Come visto il mese scorso il buono postale è un investimento migliore (dal punto di vista di protezione dell'inflazione) del BTP tradizionale per inflazione pari o superiore al 2%, pur se consideriamo il reinvestimento delle cedole.


Considerando che l'inflazione al 2% è obiettivo BCE e che anche con inflazione all'1% il buono postale è allineato al BTP non si vede perchè bisognerebbe preferire un BTP a un BFPi con questa scadenza.

Il discorso cambia se consideriamo l'ipotesi di acquisto del BTP Italia. Dal punto di vista del rendimento  il BTP Italia è sempre superiore al buono postale. Tuttavia non va dimenticato che i BTP Italia sono esposti al rischio prezzo. Con una duration di 3,156 al momento in cui scrivo questo post un eventuale rialzo dei tassi di interesse di un punto percentuale comporterebbe perdite in conto capitale per circa un 3%. Non è problema solo nel caso si pensi di non aver bisogno di cedere i titoli prima della scadenza.

Orizzonte temporale: 5 anni.

La struttura della tabella di confronto è analoga a quanto visto sopra, quindi non starò a dilungarmi nelle spiegazioni delle singole colonne.


Inflazione BFPI BTP 5anni BTP 5anni con reinvestimento BTPi 5anni BTPi 5anni con reinvestimento
1,00% 5,00% 8,20% 9,47% 8,83% 9,33%
2,00% 4,43% 2,98% 4,26% 8,17% 8,66%
2,50% 4,16% 0,30% 1,58% 7,82% 8,32%
3,00% 3,89% (2,43%) (1,16%) 7,48% 7,97%
5,00% 2,90% (13,91%) (12,63%) 6,01% 6,51%

In questo confronto il BTP a 5 anni scelto è quello contraddistinto dal codice ISIN IT0004361041. Il BTPi scelto è invece l'IT0004890882. Per entrambi i titoli la valorizzazione del prezzo di acquisto è al 18 settembre 2013.

Anche in questo caso si nota come un inflazione del 2% metta il buono postale in condizioni "migliori" rispetto al BTP, anche con il reinvestimento delle cedole al 3% netto. L'inflazione al 2,5% fa vincere ampiamente il buono postale, anche nei confronti dell'ipotesi di reinvestimento. Non si rilevano quindi differenze significative rispetto al mese precedente.

Il vantaggio reale del BTP a 5 anni si avrebbe nel caso di inflazione intorno all'1% per i 5 anni di vita del titolo. Sinceramente ritengo questa ipotesi improbabile, ma se per voi è plausibile dovreste valutare l'investimento nel BTP.

Nel confronto abbiamo incluso come da richiesta di un lettore i BTPi a 5 anni. Come vediamo dal punto di vista dei rendimenti non c'è un paragone. Va ricordato che però il titolo di Stato è soggetto a rischio prezzo, a differenza del buono postale.

Orizzonte temporale 10 anni

In questo caso il titolo scelto è il BTP "tradizionale" IT0004356843. Non vi sono BTPi di una durata appropriata quindi non abbiamo incluso questo strumento.


Inflazione BFPI BTP 10anni BTP 10anni con reinvestimento
1,00% 10,39% 26,43% 32,31%
2,00% 9,33% 15,16% 21,04%
2,50% 8,84% 9,15% 15,03%
3,00% 8,37% 2,87% 8,75%
3,50% 7,94% (3,68%) 2,19%
4,00% 7,52% (10,53%) (4,65%)
5,00% 6,75% (25,12%) (19,24%)


In questo caso fino a un'inflazione del 3% l'acquisto del BTP con reinvestimento delle cedole porta a rendimenti maggiori di quelli del buono postale. Se siete i tipi, invece, che spendono le cedole in regali e cene al ristorante la convenienza si ferma intorno a un inflazione del 2,5%.

Vincitore il BTP? Sì, ma a una condizione: che siate certi di portare l'investimento a scadenza. Nel caso in cui, invece, vi sia un rialzo dei tassi e voi abbiate bisogno di vendere, un titolo con una duration di 7,4 perderebbe circa 3,5 punti percentuali di valore per ogni mezzo punto di aumento dei tassi di interesse! Questo rischio non c'è con il buono postale, ovviamente.

In conclusione...

La domanda che dovete porvi è questa: sono disposto ad assumermi il rischio che il mio investimento possa momentaneamente scendere di valore?

Nel caso la risposta sia affermativa per proteggervi dall'inflazione a 3 e a 5 anni sia il btp Italia che il btpi fanno il loro mestiere, con rendimenti complessivi migliori del buono postale. Questo non deve sorprenderci. Il buono postale è analogo a un titolo di stato che protegge dall'inflazione con in più un'opzione put implicita a 100. Questa opzione deve avere un costo.

Se invece la risposta è negativa meglio i buoni postali. Potete tranquillamente recuperare i vostri soldi in qualsiasi momento come con un conto deposito, ma a differenza di un conto deposito siete protetti anche da inflazioni elevate. Se acquistate un BTP inflazioni oltre il 3% vi mangiano potere di acquisto. A mio parere meglio evitare.

Al prossimo confronto con la serie J40.

mercoledì 11 settembre 2013

Perchè investire in azioni? Il senso dell'investimento azionario

Qual è il senso dell'investimento azionario? Questa è la domanda che si è posto Killerinpensione, uno dei nostri lettori. Proviamo a rispondere.

Cosa sono le azioni.

Il primo passo per capire il senso di questo investimento è partire dall'elemento base. Mi perdonerete se non vi tiro fuori il codice civile, ma mi limiterò a una semplice definizione da uomo comune. Le azioni sono un titolo che ci permette di essere i proprietari di un'azienda, molto semplicemente.
Possedere un'azione ci permette di partecipare ai profitti dell'impresa (se ve ne sono). Ovviamente, essendo i proprietari, ne porteremo anche i rischi. Se l'azienda smettesse di fare profitti e arrivasse alla bancarotta il nostro investimento non avrebbe più alcun valore.

Trarre profitto dalle azioni.

Dunque... abbiamo capito che possedere un'azione è il modo moderno per possedere un'attività (oltre a comprarsela direttamente e per intero, avendo i soldi..). Come si trae profitto da un'attività? Per prima cosa occorre che l'attività abbia successo e che generi utili.
Facciamo finta di aver acquistato il 10% della Rossi Bulloni S.p.A (RB, per gli amici). se la RB genera quest'anno 500 milioni di utili, noi avremo diritto a 50 milioni.

Ma questi milioni ci verranno pagati direttamente sul conto corrente?

Dipende. Il CdA potrebbe decidere di distribuire tutti gli utili come dividendo e in tal caso ci arriverebbero effettivamente sul conto i 50 milioni. Ma potrebbe anche decidere di trattenere gli utili per reinvestirli nell'attività. In quel caso come facciamo a guadagnare? Avremo un incremento del valore contabile delle nostre quote che, però, potremo incassare solo vendendo le nostre quote a un altro soggetto.

Ricapitolando quanto abbiamo visto finora, possiamo riassumere dicendo che le azioni sono dei titoli che ci permettono di essere proprietari di un'azienda e che ci permettono di guadagnare o attraverso la distribuzione degli utili o tramite la cessione delle quote

La quotazione in Borsa


Se la RB S.p.A fosse quotata in Borsa sarebbe molto più pratico effettuare lo scambio con un terzo. Innanzitutto ogni giorno ci sarebbe un prezzo al quale effettuare gli scambi, mentre se l'azienda non fosse quotata dovrei ricorrere a costosi studi di commercialisti e a tecniche di valutazione comunemente accettate.

Si tratta solitamente di multipli di alcuni parametri di bilancio (solitamente gli utili operativi, l’EBITDA) opportunamente corretti per tenere conto del debito della Società.

Che cosa cambia nel caso di titoli quotati in Borsa? Sarei tentato di rispondere “nulla” ma probabilmente mi troverei qualcuno di voi sotto casa con una tanica di benzina.

E’ più corretto metterla in questi termini: non dovrebbe cambiare nulla. Perché il condizionale? Mettiamoci un attimo a pensare. Se posso comprare un’impresa che produce 10 milioni di utili ogni anno a 80 milioni fuori dalla Borsa, a parità di prospettive e di mercati, perché dovrei pagare di più la sua “gemella” quotata? Non c’è alcun motivo razionale.

Purtroppo gli investitori in Borsa non sono esattamente razionali, quindi può succedere che un’azienda che fuori da Piazza Affari sarebbe valutata 80 milioni venga in realtà valutata in una forbice tra i 40 e i 200 milioni in Borsa. Come mai? Beh, qui ci sarebbero veramente migliaia di parole da scrivere, link da fornire e pubblicazioni su pubblicazioni, ma per il momento mi limito alla metafora di Graham in “The Intelligent Investor”.
 
Il motivo è che abbiamo a che fare con un socio molto lunatico, Mr. Market.Mr. Market si alza una mattina e comincia a pensare che nuovi ordini non arriveranno, che i costi aumenteranno e che, tutto sommato, gli utili futuri saranno molto minori di quelli attuali. Quindi è disposto a cederci la sua quota a un prezzo molto scontato. Purtroppo per lui la mattina dopo si alza e la pensa esattamente nella maniera opposta, e ci viene a stressare a qualsiasi ora per ricomprarsi la sua quota a tre o quattro volte il prezzo che gli avevamo pagato in precedenza.

Non ho la pretesa di aver trattato i motivi di fondo delle fluttuazioni degli scambi azionari, ma il messaggio che voglio far passare in questa fase è questo: nel caso di azioni quotate in Borsa una parte della movimentazione è legata ai fondamentali economici dell'impresa una parte è legata alle aspettative e alle emozioni del mercato nel complesso.

Ok... ma perchè azioni e non obbligazioni?

La domanda non è banale come potrebbe sembrare... dopotutto con un'obbligazione sappiamo sempre quanto avremo dopo un certo periodo, mentre con un'azione no. Perchè dovrei prendermi il rischio e l'incertezza?

Proviamo a spostarci verso la teoria economica, ma portando sempre con noi tanto buon senso.
Se io investo in azioni sto diventando un imprenditore. Questo significa che ho rischi maggiori dell'obbligazionista a fronte di guadagni potenziali maggiori.

Ora.. poniamo, per assurdo, che azioni e obbligazioni abbiano esattamente lo stesso rendimento atteso. Perchè, come individuo razionale, dovrei assumermi un rischio maggiore senza avere nessuna contropartita?
Ecco, magari non ci arrivo subito, ma nel tempo comincio a rendermi conto che questo investimento non è conveniente e quindi mi limiterei a prestare i miei soldi per avere interessi, da obbligazionista.

Così facendo, però, nessuno vorrebbe ricoprire il ruolo di imprenditore. E se nessuno vuole ricoprire il ruolo di imprenditore finiremmo in un mondo senza imprese, senza posti di lavoro e, in ultima analisi, con l'economia allo sfascio. E' ovvio che questo scenario non accadrà mai.

Quello che accade nella realtà (semplificando molto) è che nel momento in cui molti offrono denaro sotto forma di prestiti il costo di tali prestiti scenderà e permetterà a qualcuno di finanziarsi a un costo inferiore al ritorno dell'investimento dei capitali in azienda. Questo permette un premio al rischio dell'imprenditore che quindi ha convenienza a tenere in piedi la baracca, finanziarsi da banche e obbligazionisti e creare posti di lavoro e benessere.

E' chiaro che a momenti il rendimento azionario può essere inferiore a quello delle obbligazioni. Ed è altrettanto vero che questo "momento" può durare anche anni.

Ma le azioni rappresentano le imprese e le imprese sono la struttura portante dell'economia. Non è logico pensare che spariscano e, come abbiamo visto, il sistema tende a riequilibrarsi verso un maggiore rendimento per l'imprenditore/azionista.

Iniziate a capire dove voglio arrivare?

Ricapitolando...

  • con le azioni divento proprietario di imprese
  • queste imprese mi fanno guadagnare attraverso i loro utili (sia distribuiti che reinvestiti)
  • posso guadagnare più o meno per effetto delle fluttuazioni dei prezzi di mercato scollegate dai fondamentali economici.
  • ...ma in definitiva il rendimento di un investimento azionario in un periodo lungo deve essere maggiore di quello di un investimento privo di rischio perchè altrimenti cadrebbe a pezzi l'economia.
Il quarto punto che cosa comporta? Che il senso vero di un investimento azionario è quello di ottenere i rendimenti maggiori nel lungo periodo. Nella scelta tra azioni e obbligazioni le azioni sono sempre quelle che nell'arco della nostra vita ci daranno i rendimenti maggiori pur avendo una maggiore fluttuazione dei loro prezzi nel corso del tempo.

Questo significa che un investitore accorto (per tornare a Graham...) dovrebbe sempre avere una quota del proprio patrimonio investito in azioni (sia direttamente, che, preferibilmente, attraverso fondi ed etf) al fine di ottenere i rendimenti maggiori. Altre considerazioni di carattere personale (propensione al rischio e orizzonte temporale, ad esempio) influiranno su quante detenerne effettivamente, ma costruirsi un portafoglio di investimento senza una componente azionaria è come costruirsi una casa senza fondamenta!

martedì 10 settembre 2013

Buoni postali - Uscite le serie di settembre.

Flash post per dirvi che, dopo il buco di agosto, pare stia finalmente arrivando la nuova serie dei buoni postali.

Cliccando sul link allo specchietto di riepilogo della cassa depositi e prestiti il documento restituisce questo:



Se volete potete controllare voi stessi l'eventuale caricamento del nuovo documento facendo clic su questo link.

Aggiornamento: vi segnalo che sono già disponibili i singoli fogli informativi.
I buoni postali indicizzati all'inflazione hanno mantenuto un tasso reale dell'1,25%, come nel caso della J38.
Invariati anche i tassi sugli ordinari.

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