In questo post voglio parlarvi dei buoni fruttiferi postali. Tuttavia, a differenza di molti altri argomenti, si possono trovare in internet ottime guide già fatte.
Per stavolta quindi mi limiterò a lasciarvi qualche link e a poche righe di commento.
Ma facciamo un passo indietro e andiamo con ordine.
I Buoni Fruttiferi Postali Indicizzati all'Inflazione.
La prima domanda che viene in mente al profano è: di che cosa si tratta? Che caratteristiche hanno? Non sono una ciofeca come le cose che solitamente vendono alle Poste? (ok, forse la terza non vi è venuta subito, ma se ci pensate bene vi verrà :P)La mia risposta è che questi buoni sono strumenti semplici, poco costosi e facili da gestire.
Si tratta di strumenti che permettono di coprire con certezza l'inflazione italiana (fino a livelli altissimi, per alcune emissioni persino infiniti) e che non creano problemi di reinvestimento, in quanto capitalizzano gli interessi (sono zero-coupon)
Tuttavia, in un post di PinkPanther su investireoggi, ormai di qualche anno fa, ma ancora attuale questa risposta viene articolata molto più in profondità.
http://www.investireoggi.it/forum/buoni-fruttiferi-postali-indicizzati-allinflazione-italiana-vt37793.html#post743005
In particolare,in questo post troviamo scritto:
I BFPi durano 10 anni e hanno tra i loro pregi i seguenti punti:
1) un rendimento REALE crescente nel tempo.
2) azzeramento rischio tassi: il titolo non è scambiato in borsa, quota sempre "alla pari" e lo si può disinvestire quando si vuole, addirittura incassando interessi REALI dopo i primi 18mesi.
3) protezione del capitale dall'inflazione (a partire dal 18° mese di giacenza viene corrisposto un interesse REALE, ossia sempre superiore all'inflazione).
4) garanzia dello Stato Italiano (Cassa Depositi e Prestiti).
5) custodia titoli postale totalmente gratuita (se contiene solo buoni fruttiferi), ivi incluso l'invio dell'estratto conto annuale.
6) sottoscrivibili in tutta Italia in un qualsiasi ufficio postale, a tagli multipli di 250 EUR (quindi adatti anche a chi può o vuole investire solo piccole cifre).
7) non creano il problema di come re-investire le cedole in quanto sono zero-coupon (o "total return", come a me piace dire per analogia con alcuni indici azionari).
8) sono esentasse in caso di successione ereditaria.
E' ancora tutto vero, ma vi segnalo un aspetto non menzionato, nella guida, in quanto un po' datata. Dopo l'ultima finanziaria i buoni fruttiferi postali sono soggetti al bollo. Il bollo si applica sul valore nominale del buono ed è pari allo 0,15% dal 2013. Buoni per un controvalore inferiore a 5 mila euro non vedono l'applicazione del bollo.
Un altro post fondamentale dello stesso autore sono le FAQ sullo strumento.
39 risposte alle domande più comuni che vi aiuteranno a togliervi qualsiasi dubbio in merito.
Si va dalle risposte sulle caratteristiche dello strumento (modalità di calcolo degli interessi, tagli minimi, eccetera) a consigli di gestione del vostro investimento (timing per non perdere giorni di valuta, opportunità di "cambi" tra serie differenti)... Davvero un ottimo lavoro.
Per chi non avesse dimestichezza con lo strumento, ogni mese viene rilasciata dalla Cassa Depositi e Prestiti una nuova "serie" di buoni postali. Di conseguenza ogni tipologia di buono viene identificata attraverso una lettera (J, per quelli indicizzati all'inflazione) e da un numero. Tra le serie i tassi reali offerti variano secondo le previsioni e le necessità della Cassa.
Per questo a volte può convenire fare un cambio in corsa e passare da serie meno remunerative a serie più remunerative.
Anche in questo caso vi viene in aiuto il lavoro di PinkPanther, che ha predisposto un foglio di calcolo per il confronto.
Sempre nell'ambito dei fogli di calcolo utili, trovate un foglio che viene pubblicato mensilmente sul sito di Beppe Scienza (autore del libro "Il risparmio tradito" e noto matematico) con il calcolo dell'inflazione di pareggio tra buoni ordinari e indicizzati. (a cura di Bruno Monastero)
Di cosa si tratta? Si tratta dell'inflazione al di sotto della quale conviene il buono ordinario e al di sopra della quale conviene il buono indicizzato all'inflazione. Anche questo è un "metro" per valutare la convenienza relativa dei due tipi di buoni.
Per la serie del mese di Gennaio 2013, l'inflazione di break-even è pari allo 0,8% circa. Inflazione che non si è mai vista... è facile concludere quindi come sia più convienente l'opzione degli indicizzati, anche per chi non avesse interesse a proteggersi dall'inflazione, ma solamente a ottenere rendimenti decenti.
Sempre nello stesso file ci viene mostrata l'inflazione oltre alla quale i buoni smettono di salvaguardare il potere d'acquisto. Nel caso della serie più recente i buoni indicizzati all'inflazione non salvaguardano il potere d'acquisto oltre il 24%. E speriamo di non vedere mai una simile inflazione.
Infine, su questo blog pubblicherò dei confronti tra i rendimenti reali dei bfpi e dei btp per vari orizzonti temporali. Cliccando sul link potrete trovare quello più recente.
Conclusioni.
Pro- Zero costi
- Taglio minimo ridotto
- Copertura elevata dall'inflazione
- nessun reinvestimento delle cedole necessario (vi ricordate che la necessità di reinvestimento delle cedole può diminuire la protezione dall'inflazione? ripassate il post sulle obbligazioni variabili indicizzate all'inflazione in caso contrario)
- Nessun rischio di fluttuazione di prezzo e quindi possibilità di disinvestire in qualsiasi momento senza perdite.
- Protezione dall'inflazione italiana e non europea (copertura più specifica rispetto ai bti-€i e analoga a quella dei BTP Italia)
- Rendimenti solitamente inferiori ai BTP-i