sabato 14 dicembre 2013

Come selezionare un fondo attivo


Come si seleziona un fondo attivo?


Probabilmente ci siamo posti questa domanda alcune volte nella vita, magari parlando con il nostro promotore finanziario o magari semplicemente riflettendo su cosa includere nel nostro portafoglio.

Il primo criterio a cui tutti guardiamo è il rendimento. Ma è corretto selezionare i fondi su cui investire in base al rendimento?
Avete mai notato la scritta in piccolo nei documenti che vi propone il vostro promotore finanziario? C'è scritto "i rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri".
E questo è verissimo.

Spesso se si prende in esame una categoria di fondi si nota come i migliori degli anni precedenti tendano a sottoperformare il resto della categoria in seguito.

Come mai? La risposta più semplice è che solitamente quelli che hanno rendimenti molto elevati hanno anche un rischio maggiore e quindi tendono a perdere più del resto della categoria quando le cose vanno male.

E' sufficiente guardare i rendimenti aggiustati per il rischio?

Ci sono diversi modi per correggere i rendimenti dei fondi sulla base del rischio del fondo. I due indici più comuni sono l'indice di Sharpe e l'indice di Sortino. Si tratta di due misure che mettono a confronto il rendimento ottenuto con la variabilità dei rendimenti. In questo modo si tiene conto del maggior rischio assunto nel valutare il rendimento del fondo comune preso in esame.

E' tuttavia sufficiente questo accorgimento per identificare i migliori fondi? 

Per rispondere vi rimando a questo link dell'autore dell'indice di Sharpe: http://www.stanford.edu/~wfsharpe/art/stars/stars6.htm

In particolare, quello che ci interessa sono i 3 grafici seguenti. Il primo mostra il valore dell'indice di Sharpe al variare del costo di un gruppo di fondi.

Il grafico mostra come varia l'indice di Sharpe al variare del costo del fondo


L'asse verticale mostra il valore medio dell'indice di Sharpe di un gruppo di fondi, mentre l'asse orizzontale il decile di riferimento per spese.
Per chiarire: la prima barra mostra il valore medio dell'indice di Sharpe del 10% di fondi con i costi minori, l'ultima il valore medio dell'indice di Sharpe dei fondi con i costi maggiori.

Ricordo che questo indice misura il rendimento rapportato al rischio. Questo significa che i fondi con costi minori hanno avuto rendimenti aggiustati per il rischio migliori. Interessante no?

Il secondo grafico è analogo, ma prende in esame il tasso di turnover del portafoglio (ovvero quante volte un fondo vende e compra i suoi asset in un determinato periodo).
Il grafico mostra come varia l'indice di Sharpe al variare del tasso di turnover dei fondi di riferimento

La prima barra mostra il valore medio dell'indice di Sharpe del 10% dei fondi con il minor tasso di turnover del portafoglio, l'ultima il valore medio dell'indice del 10% dei fondi con il tasso di turnover più alto. Anche in questo caso la conclusione che possiamo trarre è che i fondi con il minor tasso di turnover di portafoglio sono anche quelli con i rendimenti aggiustati per il rischio migliori.

Il terzo e ultimo grafico, invece, mostra come varia l'indice al variare della dimensione degli asset investiti nel fondo (l'AUM)
Il grafico mostra come varia l'indice di Sharpe al variare della dimensione del fondo.

Non mi soffermerò su questo grafico, in quanto lo stesso Sharpe commenta più avanti nel suo articolo come la relazione tra AUM e indice di Sharpe sia statisticamente molto meno significativa rispetto a quella tra indice e costo e tra indice e turnover di portafoglio.

Quello che mi preme evidenziare è come ci siano due fattori che sembrano avere una forte correlazione con il rendimento aggiustato per il rischio dei fondi: il costo e il tasso di turnover.

Gli altri fattori

Il rendimento aggiustato per il rischio non è quindi l'unica misura da prendere in considerazione ma, piuttosto, il costo e il tasso di turnover di portafoglio vanno inclusi nel metodo di selezione.

Nel suo libro Common Sense on Mutual Funds John Bogle (fondatore di Vanguard ed ex gestore di fondi di investimento) elenca alcuni criteri per la selezione di un fondo attivo adeguato:


  1. Basso costo (e con Sharpe abbiamo visto perchè)
  2. Non cercare i rendimenti passati o manager famosi (in quanto non sono garanzia di rendimenti futuri)
  3. Ricerca la costanza dei rendimenti (meglio un fondo che rimane sempre nel secondo e terzo quartile che uno con grossi sbalzi da primo a ultimo)
  4. Favorire l'efficienza fiscale (cioè il basso turnover, come mostrato anche da Sharpe)
  5. Preferire le società che controllano il rischio e che allineano gli interessi dell'investitore con quelli del manager (per esempio obbligandolo a investire nel fondo importi significativi)
  6. Stare lontani da fondi con un AUM troppo elevato.
Il sesto punto potrebbe sembrarci in contrasto con i consigli di Sharpe. In realtà ricordo ancora che lo stesso Sharpe ha affermato come la relazione tra il suo indice e le dimensioni del fondo non sia statisticamente significativa.

Inoltre all'aumentare della dimensione di un fondo si riducono anche le possibilità di acquistare titoli a prezzi convenienti (un conto è acquistare lo 0,1% di un titolo in Borsa, un conto doverne acquistare un 2-3% facendone salire il prezzo mano a mano).

Ancora sul costo

Alcuni di voi staranno pensando, magari, alle stellette di Morningstar. D'altronde si tratta di uno strumento che i promotori amano molto e che usano per convincervi che un fondo è particolarmente valido rispetto a un altro.

Se leggete questo blog dovreste innanzitutto aver pensato: "Ma si tratta di uno strumento che esamina i rendimenti passati!" (e quindi fuffa).

Se ancora non vi viene spontaneo sappiate che Morningstar stessa ha affermato (con grande onestà) che le stellette prevedono i rendimenti futuri peggio che il semplice ordinamento per costo dei fondi.

Per chi fosse interessato qui il link alla notizia.

Dalla teoria alla pratica

I criteri che vi ho riportato sopra saranno quelli che utilizzerò per selezionare i fondi attivi che costituiranno il benchmark dei lazy portfolio che saranno adattati all'investitore europeo e monitorati periodicamente.

Vi invito ad utilizzare gli stessi criteri per valutare i fondi attivi che attualmente avete in portafoglio e decidere quali siano eventualmente da riconsiderare o da portare all'attenzione del vostro promotore per una potenziale sostituzione.

Un utile strumento per facilitare la vostra ricerca è il sito http://www.lipperleaders.com/ che vi permette di selezionare i migliori fondi di una particolare categoria per costo e costanza di rendimento (tra le altre cose).

Utilizzate lo spazio dei commenti per farci sapere cosa avete scoperto!

PS

Come avrete notato non viene affrontato in questo articolo il problema della selezione della categoria di asset nei quali investire. A tale proposito vi rimando alla nostra Guida all'investimento.

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