martedì 12 giugno 2012

Guida al Processo di Investimento. Parte seconda - La Diversificazione

Eccoci alla seconda parte di questa breve guida per chi è ai primi passi nel mondo finanziario.

Nella prima parte della nostra guida all'investimento abbiamo affrontato le condizioni necessarie al fine di poter investire, nell'ordine:
  1. Riuscire a risparmiare
  2. Aver estinto i propri debiti con TAEG superiore al 10%.
  3. Aver costituito un fondo per le emergenze.
  4. Aver definito degli obiettivi realizzabili.
Mentre i primi tre punti riguardano essenzialmente i prerequisiti per diventare un investitore, il quarto punto è la base di partenza di quello che sarà il nostro piano di investimento.

Torniamo alla prima parte della nostra guida all'investimento e recuperiamo gli obiettivi che ci eravamo posti:
  1. 15 mila euro per l'auto nuova tra tre anni.
  2. I soldi per l'anticipo del bilocale di nostro figlio pari a 28 mila euro.
  3. 400 mila euro di capitale per la nostra pensione.
Supponiamo di aver già da parte circa 10 mila euro in contanti per l'auto... abbiamo bisogno di risparmiare? Torniamo al nostro calcolatore per i rendimenti e facciamo un esperimento: mettiamo nel primo periodo un investimento di 10 mila euro e tra tre anni un incasso di 15 mila. Il rendimento richiesto è il 14%, davvero troppo alto per poter essere realizzabile. Dobbiamo quindi risparmiare qualcosa. Se mettiamo da parte 75 euro al mese avremo bisogno di un rendimento di circa il 6% per arrivare ai 15 mila euro che ci servono.

Questo rendimento è realistico? Sappiamo che è all'incirca il rendimento storico delle azioni, ma le azioni sono volatili: questo significa che potremmo anche essere sfortunati e subire un crollo delle quotazioni prima della nostra scadenza. Non si tratta davvero di un investimento appropriato. Dobbiamo per forza orientarci su investimenti "sicuri". Supponiamo di prendere in considerazione un btp, un buono postale e un conto deposito.

Con un controllo veloce dell'ottimo sito http://www.rendimentobtp.it/ vediamo che un btp della scadenza che ci interessa (circa 3 anni) ha un rendimento di circa il 3,80%.

















Per quanto riguarda, invece, i buoni postali facciamo riferimento al sito della Cassa depositi e prestiti. Come vediamo dalla scheda informativa i buoni plus a 3 anni rendono il 3,30% netto.

Infine, da un controllo del monitor rendimenti dei conti deposito italiani su finanzaonline vediamo che i depositi vincolati a 24 mesi ci garantiscono un tasso (lordo) tra il 3,75% e il 5,20%. Decidiamo che fa al caso nostro un conto deposito svincolabile (in caso di necessità sopraggiunte) e possibilmente di una primaria banca nazionale. Scegliamo quindi Cash Park svincolabile che ci garantisce un 3,75% lordo, che si tramuta in un 3% netto.

Come possiamo ben vedere, un rendimento realistico oscilla tra il 3% e il 3,8%. Decidiamo di porci in mezzo, e rifacciamo la nostra simulazione con un tasso netto del 3,4% (dobbiamo considerare che non riusciremo a investire tutto nel btp: il taglio minimo di 1.000 euro, infatti, ci impedirà di acquistare con i nostri 75 euro un btp al mese e quindi di beneficiare del relativo tasso. Dovremo per forza ripiegare su buono postale o conto deposito: da qui l'ipotesi di un rendimento "mediato"). Vorrà dire che dovremo risparmiare 103 euro al mese, e avremo a Giugno 2015 la nostra nuova auto, senza fare un centesimo di debiti!

Decidiamo, quindi, di spartire i nostri 10 mila euro iniziali tra btp e cash park di Fineco. Mentre i primi hanno un rendimento superiore, il secondo ci garantisce un "cuscinetto" extra contro eventuali imprevisti, grazie alla sua svincolabilità senza penali. Con la quota mensile di risparmio decidiamo di investire nel conto deposito o nei buoni postali, a seconda delle preferenze. Anche il buono postale ci permette di svincolare i soldi in qualsiasi momento, e ha un taglio minimo molto basso (50 euro). Tuttavia, quello preso in esame in questo post non corrisponde interessi se rimborsato prima della scadenza: si tratta di un vincolo abbastanza pesante per uno 0,3% in più rispetto a Cash Park. Va però ricordato che mentre Fineco è garantita da un consorzio bancario attraverso il fondo interbancario a garanzia dei depositi, la garanzia nei confronti dei buoni postali è diretta e dello Stato Italiano.

Passiamo quindi al secondo nostro obiettivo: risparmiare in 15 anni i 28 mila euro per l'anticipo sulla casa. Abbiamo già verificato nella prima parte della guida all'investimento che il tasso sia realistico. Tralasciamo quindi questa parte.


Si tratta quindi di decidere come investire i nostri soldi per i prossimi 15 anni. E' la parte più difficile dell'intero processo, in quanto bisogna fare i conti con le nostre convinzioni, con le nostre paure e con la realtà che spesso potrebbe portarci a dover fare scelte su cui non siamo completamente sicuri.

Il rendimento che ci serve è superiore a quello di titoli completamente privi di rischio con scadenze simili.  Dobbiamo appoggiarci alle azioni.
Cominciamo con l'introdurre il più grosso alleato dell'investitore, probabilmente l'unico in finanza che presenta solo benefici senza ricadute negative: la diversificazione. Di che si tratta? Diversificare vuol dire investire i propri soldi in più classi di investimento, in maniera tale da "esporsi" ai risultati di tutte loro e, di conseguenza, di annullare i movimenti di una classe con quelli di un'altra, ottenendo un risultato generalmente positivo.

Vediamo un esempio con l'aiuto di un grafico. Supponiamo di aver investito l'11 giugno 2009 nell'indice MSCI EMU, che rappresenta l'andamento delle borse dell'Eurozona.

Dopo 3 anni la situazione è esattamente questa:

Si nota subito come i livelli iniziali e finali siano abbastanza vicini tra loro. Per la precisione, il livello dell'indice l'11 giugno 2009 era 76,32. Quello dopo 3 anni è pari a 70,20. Si tratta di un -8%. Se avessimo investito 1.000 euro tre anni fa, ora ne avremmo 920.


Ma come ci può aiutare la diversificazione? Vediamo un grafico dove ho inserito anche l'indice MSCI USA, che rappresenta le aziende medio-grandi quotate a Wall Street, rappresentato dalla linea verde. (Nota: fate clic sul grafico per vederne una versione ingrandita)


Come si può vedere, l'andamento dell'indice Americano è stato ben più favorevole nel frattempo. La linea verde termina esattamente a metà tra il +25% e il +50%. Per la precisione, l'indice aprì l'11 giugno 2009 a un livello di 899,18 e ha chiuso dopo 3 anni a 1.264,65, con un buon +41% circa. Non male no? Cosa sarebbe successo se avessimo investito 500 euro su entrambi gli indici? Ora avremmo 705 euro per la parte USA, e 460 per quella Euro per un totale di 1.165 euro, pari al 5,21% annualizzato. Iniziamo a vedere gli effetti benefici della diversificazione.

Facciamo un ulteriore passo avanti, introducendo nel confronto anche l'indice dei Bond governativi eurozona, un indice che contiene tutti i bond che rispettano requisiti minimi di liquidità e volume. Stiamo quindi includendo un indice che contiene bond di Germania, Francia, Olanda, ma anche Spagna, Italia e (fino a qualche mese fa) Grecia e Portogallo! Non stiamo quindi scegliendo un "terreno favorevole", ma un indice che chiunque, privo di conoscenze particolari, avrebbe potuto acquistare. Nel grafico è contraddistinto da una linea arancione.

In questo caso l'indice aprì l'11 giugno 2009 al livello di 171,32 per chiudere dopo 3 anni a 196,30, con una performance del +15% circa (complessivo). Cosa sarebbe successo se avessimo investito i nostri soldi in tre parti uguali? I 333 euro messi sull'indice dei Titoli di Stato si sarebbero tramutati in 382,95 euro. Lo stesso importo in azioni USA si sarebbe tramutato in 469,53 euro. Infine, i restanti 334 euro messi nelle azioni area Euro sarebbero diventati 306,36 euro ottenendo un risultato complessivo pari al +5,03%, pari a 1.158 euro alla fine del periodo.

In questo caso abbiamo ridotto il nostro rendimento, ma non dobbiamo sottovalutare un ulteriore vantaggio ottenuto: tra il picco del 22 luglio 2011 e il minimo del 29 settembre 2011, infatti, i due indici azionari persero il 21% (euro) e il 16% (USA). Se ripensiamo al nostro investimento iniziale vuol dire un calo di circa 200 euro in pochi mesi! L'inclusione dei bond invece ci avrebbe permesso di limitare il calo a circa 120 euro per queste due componenti, ma anche di compensare il calo con un +4% dei bond, pari a una diminuzione di 105 euro circa dell'intero portafoglio.

E' vero quindi che abbiamo avuto un rendimento leggermente più basso, ma ci siamo arrivati con  meno "scossoni" rispetto alla seconda ipotesi: questo ci fornisce un vantaggio dal punto di vista psicologico, indubbiamente.

La diversificazione non si limita solo alle classi di investimento. Diversificare è importante anche nella scelta dei titoli: a meno che non abbiate qualità di selezione dei titoli fuori dal comune, o che non abbiate informazioni che gli altri non hanno, investire in un singolo titolo azionario vi espone al rischio di risultati molto divergenti da quelli dell'indice sottostante.
Tornando all'indice dell'eurozona scopriamo che nell'anno il suo livello è variato tra 63.38 e 91.87, con un rendimento a un anno di circa il -20%.  Ma i singoli titoli dell'indice cosa hanno fatto?

Mediaset ha fatto circa un -60%, Exor (la holding di FIAT) -22%, Finmeccanica -63%, Enel Green Power -40% circa, Luxottica +25%, Atlantia -27%, Telecom Italia -18%, Terna e Saipem -10%, ENI +7%, Enel -42%.

Ho volutamente preso titoli Italiani abbastanza conosciuti e che quindi potrebbero essere stati acquistati da qualsiasi piccolo investitore. Se fossimo stati fortunati avremmo potuto investire in Luxottica e Eni, chiudendo in positivo. Se fossimo stati sfortunati avremmo potuto investire in Mediaset e Finmeccanica.

Il vantaggio di investire in un ampio indice è invece quello di ottenere un risultato "medio" che ci mette al riparo da risultati "a sorpresa".

Tenendo a mente tutto questo, decidiamo di investire esattamente nei 3 mercati che abbiamo individuato (Titoli di Stato area Euro, Azioni area Euro, Azioni USA).  Ma con quali prodotti esattamente? E con quali proporzioni? Terrò la risposta per la terza parte di questa guida, anche in considerazione del fatto che questo post sta diventando davvero troppo lungo.

Prima di chiudere però, voglio tornare su altri due aspetti molto importanti: il monitoraggio del piano e la predisposizione di un "piano B" nel caso qualcosa andasse storto.

Supponiamo, infatti, che al 10° anno valutiamo che, grazie alla risalita delle borse, sia possibile raggiungere il nostro obiettivo con un rendimento del 2% nei prossimi 5 anni. Sappiamo che i Titoli di Stato a 5 anni rendono il 3%. Non ha alcun senso continuare a mantenere un'esposizione azionaria, e dovremmo vendere i 2 indici azionari e acquistare Titoli di Stato con data di scadenza pari alla data stimata della nostra passività.
Ricordiamoci sempre che lo scopo dell'investimento è quello di soddisfare esigenze future! Non prendiamo rischi non necessari.

Se invece, dopo lo stesso periodo, fossimo consapevoli che il rendimento ottenuto ci potrebbe rendere impossibile raggiungere il nostro obiettivo, dovremmo avere un piano B da mettere in atto. Un piano del genere potrebbe contenere le seguenti azioni:
  1. Uscire una volta in meno al fine settimana per alzare il risparmio.
  2. Vendere la seconda auto che potrebbe fruttarci 3.000 euro.
  3. Mandare il figlio a fare qualche lavoretto e costringerlo a tenersi da parte i soldi per il futuro.
Tutte cose relativamente semplici e facili da realizzare che possono però permetterci di far fronte a eventuali turbolenze dei mercati finanziari.

Nella terza parte del post vedremo la parte più difficile: come scegliere i propri strumenti e come valutare i nostri investimenti di lunghissimo periodo.

2 commenti:

  1. Ciao, ti occupi anche di analisi tecnica?

    http://biteconomy.blogspot.it/

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  2. Ciao,
    la risposta breve è no.

    Mi interessa la TAA con le medie mobili, quello è il massimo di analisi tecnica che riesco a concepire.

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